Edizione nazionale delle opere di Giorgio La Pira
* Edito da G. Miligi, Gli anni messinesi e le "parole di vita" di Giorgio La Pira, Intilla Editore, Messina 1995, pp. 193-195.
(79-80)
79
... trasumana qualcosa di universale, s'eleva il Biondo maestro da tutto l'essere suo.
Traspare come il senso di una virtù che trascina, di una virtù che avvince e che trasforma, come il monito di una volontà suprema che comanda e che impera... più in là discosto da lui è un vecchio ritto, impassibile, severo; ha negli occhi uno sguardo scrutatore come diffidente e scettico ... e all'angolo, dal Sepolcro aperto, in faccia al giardino, in faccia alla Primavera e alla vita, un uomo sconvolto, straordinariamente forsanco, s'alza lentamente, volge il suo sguardo incerto come lo sguardo del cieco che rivede la luce ...
E tutta la luce, e tutta la virtù, e tutta la vita risplende su questa scena miracolosa nel tiepido meriggio della Galilea infinita, mentre il sole dietro il Giordano saluta il trionfo della somma Resurrezione! ...
Vecchio che fai? Vecchio corroso e filosofo, che fai così severo e così ritto? Eppure se dicessi che tu ti sei conturbato che direbbe il tuo positivismo ad ogni costo? Conturbato, cioè risorto? Se tu fossi risorto, vecchio miscredente, che diresti a questa umanità che si tiene discosta per lo spavento?
Lazzaro è rifatto: e quanta umanità non s'è rifatta alla sua maniera, che dice a tal punto la sua logica senza senso in queste cose? Lazzaro è risorto e tutto ciò sfugge ai tuoi calcoli e ai tuoi metodi. Eppure chi potrebbe e chi saprebbe negarlo? Quanta umanità non s'è prostrata a sera, forse prima del tramonto e non è risorta nemmeno all'alba dai suoi oscuri sepolcri? Ogni ...
80
... suo spirito ricostruttivo e conoscitore.
In tal senso parlare di Conversione è inesatto: parlare di completamento e di raggiungimento è invece la più propria espressione del fenomeno spirituale del Papini. Ed è appunto in tal senso che non si può parlare di incoerenza: non solo pel fatto che spiritualmente non vi sono incoerenze, ma e soprattutto, perché questa apparente incoerenza è invece il prodotto ultimo di quell'opera di epurazione e di ricostruzione cui ha atteso per tanti anni il Papini futurista.
La "Storia di Cristo", per chi ne sappia intendere la profonda essenza, è la ricostruzione dell'uomo nuovo, dell'uomo capovolgitore, il cui archetipo perfetto ed eterno è il Cristo di Papini.
A chi già vedeva nel Papini un bigotto di sagrestia, mostrerò il vero Papini, quello posto in fondo al Papini, quello che è il propulsore della sua vita: il Papini anarchico e ribelle e capovolgitore, il Papini universale e umano. Questo Papini dinamico è quello che è giunto; egli non è sedotto da Cristo ma vi arriva: vi arriva come all'estremo approdo dello spirito e vi arriva dopo un viaggio futurista (antiaccademico, antiscientifico, nobilmente naturale che voglia dirsi): e vi arriva con un'opera che non è né religiosa, né scientifica, né erudita, né sentimentale, ma un'opera spirituale, cioè con un'opera di umanità e dignità.
Il Cristo adunque di questo libro non è quello solito, non è il Cristo del religioso e dell'ecclesiastico, il Cristo ufficiale: ma invece è il Cristo umano, il vero la creatura somma che è lo spirito e la vita: è il Cristo intimo, quello dei Vangeli che si rivela in essi tra cosa e cosa tra valore e valore.
Fin ora si era confuso il Cristo ufficiale, col Cristo che è nella vita spirituale dell'uomo: ora questo Cristo viene rischiarato, interpretato, illuminato senza che quivi ...
◄ Scritti Giovanili